Fino al 31 Dicembre 2023, a Trevi e Vallo di Nera, la prima mostra tematica diffusa sui graffiti umbri medievali e moderni.
Quando si dice “graffiti”, si pensa sempre a un giovane con una bomboletta spray intento a imbrattare qualche muro. Senza nulla togliere a questa forma d’arte contemporanea (c.d. graffitismo), oggi parliamo di iscrizioni di epoca medievale e moderna.
Per una corretta definizione, dobbiamo scorrere indietro di qualche decennio con Henri Leclercq che qualificò i graffiti come “iscrizioni tracciate occasionalmente per mezzo di uno strumento di fortuna da non professionisti”, ponendo l’accento sull’occasionalità e sull’estemporaneità dei segni.
Ci provò poi Armando Petrucci, uno dei massimi studiosi italiani di paleografia, trattando più generalmente di scritture esposte (formula fin troppo abusata), cioè testi ideati e realizzati per essere fruiti pubblicamente e in spazi aperti e, dunque, «in posizione propriamente ‘esposta’ agli sguardi dei frequentatori di quegli spazi, al fine di permetterne la lettura a distanza, anche collettiva». Tra queste, Petrucci identificò i graffiti come “disegni simbolici o testimonianze scritte, in genere brevi o ridotte soltanto a un nome, eseguiti su superfici dure (intonaco, pietra, terrecotte, metalli) con strumenti di metallo o di osso appuntiti (stili, chiodi e oggetti analoghi) e con la tecnica dello sgraffio“.
In realtà quando oggi si parla di “graffiti”, medievali e moderni, non ci si riferisce più ad un’unica tecnica di esecuzione (non solo a sgraffio, ma anche a sanguigna, o a carboncino, ecc..), né alla destinazione “esposta” (non necessariamente la scrittura è eseguita per una lettura individuale o collettiva), ma si pone l’accento sulla riscoperta e la rivalutazione di questo tesoro di firme, scritture, disegni e simboli di natura spontanea, presenti sulle pareti interne e esterne di edifici laici o religiosi e eseguiti in un ampio arco di tempo che va dal VI al XVIII secolo d. C.: un grande patrimonio, spesso trascurato, che merita invece la giusta considerazione.
💡 ANTICHE TESTIMONIANZE
Lasciare una testimonianza, una memoria, un segno del proprio passaggio, era un’usanza piuttosto comune nel medioevo. Era tipica dei pellegrini, che durante l’itinerario, arrivati in una chiesa, mettevano la loro firma sull’affresco di un santo per richiederne la protezione. Era propria dei cavalieri, che potevano apporre lo stemma della casata di appartenenza. Era infine d’uso anche tra i mercanti, che riproducevano le tessere o il marchio della loro compagnia. Col tempo alla semplice apposizione altomedievale del signum crucis o del proprio nome si aggiunsero formule (tra le quali spicca “HIC FUIT”, lett. qui fu/qui passò) e testi sempre più elaborati, uscendo dagli spazi chiusi e strettamente ecclesiastici. Graffiti devozionali, ma anche graffiti di carattere pratico e d’intento cronachistico che tramandavano avvenimenti storici (passaggi di re, elezioni di vescovi, morti di papi e persone illustri, esecuzioni capitali, pestilenze, guerre, miracoli..) o particolari eventi naturali. Con l’avvicinarsi dell’età moderna si ebbe un espandersi esponenziale del numero di iscrizioni: a partire dall’età umanistica i graffiti tornarono a farsi portatori di sentimenti personali, come in passato in epoca romana (si pensi ai graffiti di Pompei). I brevi scritti di pochi tratti e parole, diventarono testi più lunghi disposti anche su più righe. Iscrizioni per comunicare emozioni, sensazioni, sentimenti e stati d’animo, come le scritture amorose o i graffiti carcerari.
😀 LA MOSTRA SUI GRAFFITI UMBRI
“Graffiti Umbri. Scritture spontanee medievali e moderne lungo i sentieri del pellegrinaggio” è la prima mostra in Italia, dedicata non ad un solo luogo in cui ammirare antichi graffiti, ma a una intera regione alla scoperta dei graffiti apposti in diversi luoghi. Una mostra diffusa che permette ai visitatori di percorrere, prima idealmente a Palazzo Trinci e poi di persona, gli itinerari dell’Umbria, da Narni a Gubbio, da Perugia a Spoleto passando per tutti i borghi, alla ricerca di santuari, chiese, eremi, edicole votive e nobili dimore “segnati” dai graffiti.
La mostra diffusa si tiene a Trevi presso il Complesso museale di San Francesco e a Vallo di Nera presso la Casa dei Racconti.
La mostra durante l’esposizione a Palazzo Trinci di Foligno
“Dovresti osservare bene quella parete, c’è un’iscrizione graffita che potrebbe interessarti – racconta Pier Paolo Trevisi, curatore della mostra diffusa, che prosegue – fu così che una decina di anni fa durante una ricerca su San Stanislao per la mia tesi di laurea, un frate minore d’Assisi, di nome Vladimiro, decano di origini bulgare della Basilica di S. Francesco d’Assisi, mi introdusse al mondo dei graffiti medievali e moderni. Uomo di grande cultura e sensibilità, abile pittore di icone e di soggetti sacri, mi parlò di una testimonianza lasciata da un pellegrino straniero che citava la canonizzazione del vescovo Stanislao. Avvicinandomi alle pareti della basilica superiore con una luce radente trovai questa e altre numerosissime iscrizioni. Nacque una passione per questo genere di scritture che non mi ha più abbandonato. Cercai un fotografo disposto ad effettuare una scansione delle pareti della Basilica di Assisi e trovai Lorenzo Dottorini, un professionista appassionato d’arte a cui dobbiamo tutte le immagini esposte in mostra. Dal 2012 abbiamo scansionato moltissimi luoghi in tutto il territorio umbro e siamo in attesa di visitarne altri. Nel frattempo, io ho concluso un dottorato di ricerca dedicato ai graffiti umbri proprio lo scorso anno e Padre Vladimiro ci ha lasciato; credo sia giusto dedicare a lui questa mostra.”
L’obiettivo della mostra è quello di valorizzare e far conoscere i graffiti al fine di favorirne la conoscenza e la fruizione dal vivo, tramite itinerari sostenibili. Schede con fotoriproduzioni, trascrizioni, descrizione dei graffiti e un codice QR attraverso il quale sarà possibile il collegamento alla relativa pagina online del sito internet, con informazioni sul luogo di provenienza del graffito e le indicazioni per raggiungerlo.
😎 INFORMAZIONI UTILI
Per orari e informazioni aggiuntive visita il sito ufficiale della mostra CLICCANDO QUI.