Piero

UMBRIA INDIMENTICABILE.  Vivo in Umbria da sempre e non finirà mai di stupirmi. Troppi luoghi, seppur incantevoli, sono ancora poco conosciuti.

Giosuè Carducci ne “Il canto dell’amore” così scrive dell’Umbria: 

[..]Dai vecchi umbri che foschi tra le gole
Della'Apennino s'amano appiattare;
Dalle tirrene acropoli che sole
Stan su' fioriti clivi a contemplare;

Dai campi onde tra l'armi e l'ossa arate
La sventura di Roma ancor minaccia;
Dalle rocche tedesche appollaiate
Sí come falchi a meditar la caccia;

Dai palagi del popol che sfidando
Surgon neri e tuttiti intorno a lor;
Dalle chiese che al ciel lunghe levando
Marmoree braccia pregano il Signor;

Dai borghi che s'affrettan di salire
Allegri verso la cittade oscura,
Come villani c' hanno da partire
Un buon raccolto dopo mietitura;

Dai conventi tra i borghi e le cittadi
Cupi sedenti al suon delle campane,
Come cuculi in fra gli alberi radi
Cantanti noie ed allegrezze strane;

Dalle vie, dalle piazze glorïose,
Ove, come del maggio ilare ai dí
Boschi di quercie e cespiti di rose,
La libera de' padri arte fiorí;

Per le tenere verdi messi al piano,
Pe' vigneti su l'erte arrampicati,
Pe' laghi e' fiumi argenteï lontano,
Pe' boschi sopra i vertici nevati,

Pe' casolari al sol lieti fumanti
Fra stridor di mulini e di gualchiere,
Sale un cantico solo in mille canti,
Un inno in voce di mille preghiere:

– Salute, o genti umane affaticate!
Nulla trapassa e nulla può morir.
Noi troppo odiammo e sofferimmo. Amate.
Il mondo è bello e santo è l'avvenir. –

 

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