10 cose da vedere a Gubbio tra salite e discese, vicoli pittoreschi, grandi piazze e panorami indimenticabili.
La storia di Gubbio risale a prima dell’Impero Romano quando, con il nome di Iguvium, fu un importante centro della Grande Umbria. Ora è una deliziosa città di 32.000 abitanti, con attrattive storiche che risalgono a svariati periodi, anche se al visitatore sembrerà di rituffarsi nel medioevo. La cittadina è formata da cinque vie parallele situate a diversi livelli e collegate tra loro da gradoni, vicoli, scale (e ascensori); può sembrare una struttura vagamente “labirintica” ma in realtà qui è veramente difficile perdersi. Eventi da ricordare sono la Processione del Cristo Morto (venerdì santo) e la Corsa dei Ceri del 15 maggio: tre squadre di venti persone portano ognuna tre grandi e pesanti ceri coronati da statue di Santi (sant’Ubaldo, patrono di Gubbio, san Giorgio e sant’Antonio Abate) dando vita a una competizione tra le strade cittadine.
1) PIAZZA GRANDE
Cuore pulsante della città, da questo straordinario esempio di “piazza pensile” si gode uno splendido panorama sulla valle. La piazza è facilmente raggiungibile attraverso il comodo ascensore pubblico gratuito che si prende da via Baldassini. Il luogo in cui sorge la piazza non è naturale, nel senso che non esisteva prima del 1300 quando si decise di costruire un palazzo pubblico in un luogo vicino a tutti i quartieri, come segno di equilibrio e rispetto per le diverse anime della città. Per fare questo, si trasformò questa zona di Gubbio in una piazza “sospesa” che si sostiene con gli archi che si possono ammirare dalla parte bassa di Gubbio. Piazza Grande è il luogo più amato dagli eugubini e dai turisti: qui si vive la vita quotidiana e si svolgono le più importanti manifestazioni civili e religiose della cittadina umbra; è qui che avviene la pittoresca alzata dei ceri il 15 maggio.
2) FUNIVIA PER LA BASILICA DI SANT’UBALDO
Più che per la chiesa molto rimaneggiata nei secoli e ormai spoglia, consigliamo la visita soprattutto per la funivia che dal centro di Gubbio porta sul Monte Ingino dove si trova la Basilica di Sant’Ubaldo. In una piccola “gabbia” in cui entrano al massimo 2 persone, si sale per circa 250 metri sospesi nel vuoto con vista panoramica eccezionale sui tetti di Gubbio e sulla campagna circostante. Consigliamo di prendere il biglietto solo andata per poi ritornare al centro a piedi (il costo è di 4 euro a persona solo andata, 6 euro andata e ritorno). In circa 15 minuti si sale su e si può andare a visitare la Basilica con il bel chiostro e la chiesa a 5 navate, più volte rimaneggiate. Sull’altare c’è un urna neogotica che conserva il corpo incorrotto del patrono di Gubbio, Sant’Ubaldo (morto nel 1160). Belle le vetrate anche se recenti (1922), con le Storie della vita di Sant’Ubaldo. In questa chiesa sono conservati gli enormi ceri protagonisti della famosa festa religiosa. Da non perdere poi la passeggiata panoramica, tutta in discesa, che riporta al centro storico (circa 2 km di percorso con otto tornanti); nel momento in cui scendete a piedi considerate che i ceraioli il 15 maggio la percorrono di corsa e in salita in circa 10 minuti, trasportando un cero alto 4 metri e pesante 3 quintali 🙂
3) IL PALAZZO DEI CONSOLI
Situato in piazza Grande, il palazzo dei Consoli è il segno tangibile della potenza della Gubbio del 1300 e del nuovo progetto politico-istituzionale che la città perseguiva. Costruito proprio nel centro della città in modo da essere vicino a tutti i quartieri senza scontentare nessuno, il Palazzo domina Gubbio dall’alto dei sui 60 metri. La facciata gotica, vero simbolo di Gubbio, si apre verso la piazza con le sue 6 finestre, la loggia panoramica e il “campanone” che da secoli detta i tempi del borgo. L’interno è molto suggestivo, con la grande sala dell’Arengo con volta a botte, la cappella palatina, gli affreschi e gli arredi del piano nobile in cui si riunivano i Consoli. Il Palazzo dei Consoli ha un primato storico: è stato il primo palazzo italiano ad avere l’acqua corrente, tubature e servizi igienici, come si può ancora vedere nel corridoio segreto. Oggi il palazzo ospita la più ampia collezione di manufatti di epoca romana dell’Umbria. Il pezzo forte del museo sono le Tavole Eugubine, 7 lastre di bronzo su cui è iscritto il più importante testo in lingua umbra con una eccezionale descrizione di riti religiosi antichi.
4) IL PALAZZO DUCALE
Il Palazzo Ducale, detto anche Corte Nuova, fu fatto costruire da Federico da Montefeltro inglobando antichi edifici medievali trasformati in forme rinascimentali. Il palazzo, quindi, è un’eccezione in un borgo che è rimasto prevalentemente medievale. Il Palazzo Ducale è composto da due corpi che guardano verso la valle e la montagna unite da un elegante e armonioso cortile centrale. Oggi ospita un interessante museo storico in cui però vi sono pochi arredi e soprammobili autentici. Il prestigioso studiolo quattrocentesco in legno intagliato e intarsiato, voluto dal Duca Federico di Montefeltro è uguale a quello del Palazzo Ducale di Urbino, il cui originale si trova al Metropolitan Museum di New York.
5) IL DUOMO DI GUBBIO
Non è la più bella tra le chiese di Gubbio ma merita una visita soprattutto per l’effetto scenografico creato dall’unica campata con 10 arconi ogivali tipici delle chiese di Gubbio. La chiesa che vediamo ora è il risultato di rifacimenti del 1300 del duomo originario, precedente all’anno 1000. Della prima chiesa restano solo i simboli dei quattro evangelisti e l’Agnus Dei sopra al portale d’ingresso. Le opere d’arte più rilevanti sono (nella 4° campata destra) una Pietà di Dono Doni e la vicina Cappella del Santissimo Sacramento interamente affrescata tra il 1654 e il 1656 da Francesco Allegrini. Il sarcofago tardo-antico sotto l’altare maggiore contiene le reliquie dei SS. Giacomo e Mariano a cui il Duomo di Gubbio è dedicato.
6) IL PALAZZO DEL BARGELLO E LA FONTANA DEI MATTI
Il Palazzo del Bargello rivaleggia con il Palazzo dei Consoli e con quello Ducale per il titolo di costruzione più bella di Gubbio. Questo palazzo gotico del 1300 si sviluppa su tre piani ed è perfettamente conservato, soprattutto la bella facciata in conci (blocchi di pietra squadrata). A sinistra del portone grande c’è la “Porta del morto”, un elemento architettonico tipico dei borghi umbri e marchigiani. Una porta alta e stretta dalla quale secondo la leggenda si facevano passare le bare dei defunti. In realtà, probabilmente, queste aperture esterne mettevano in comunicazione, tramite una scala, la bottega del piano inferiore all’abitazione del piano superiore e di notte, per motivi di sicurezza, la scala era rimossa. Oggi il Palazzo del Bargello, che prende il nome dal capo della polizia di cui era la residenza, ospita il Museo della Balestra. Di fronte al palazzo c’è la Fontana dei Matti da cui discende l’appellativo di Gubbio come “città dei matti“. Secondo un’antica tradizione lo straniero che compie tre giri di corsa intorno alla fontana e accetta di essere bagnato con l’acqua diventa cittadino di Gubbio e ottiene la “Patente da Matto“, intesa come attestato di persona ironica e scherzosa. La condizione fondamentale per prendere la patente da matto è che sia un eugubino a richiederla, versando un contributo all’associazione e indicando il nome (che viene scritto a mano con gli antichi stilemi medievali) del nuovo matto.
7) LA BOTTE DEI CANONICI
Si tratta di una fantastica botte cerchiata in legno, da notare il foro sul soffitto, da lì veniva caricato il mosto. Tutti i buchi che sono presenti nella parete frontale erano le varie spillate in base al livello del vino. Inoltre è presente in apertura dove, una volta terminata la scorta, i bambini entravano a pulire la botte. Costruita prima del 1500, questa enorme botte poteva contenere 387 barili. Il vino era raccolto dalle proprietà terriere ecclesiastiche. Questa botte è davvero gigante eppure non ci sono cerchi a contenerla, ma solo un sistema ingegnoso di travature.
8) L’ALBERO DI NATALE + GRANDE DEL MONDO
Interamente costruito lungo il Monte Ingino con circa 500 luci colorate, l’albero ha una base di circa 450 metri di base e quasi 700 di altezza. Si accende al tramonto ogni giorno dal 7 dicembre al 10 gennaio di ogni anno. Sempre nello stesso periodo, il Quartiere di San Martino si trasforma in un immenso museo all’aperto con il presepe: statue a grandezza naturale, scene bibliche, antichi mestieri e molto altro trasformano questo quartiere fuori dal tradizionale flusso dei turisti in un’attrazione affollatissima.
9) ACQUEDOTTO MEDIEVALE E GOLA DEL BOTTACCIONE
Una passeggiata da non perdere è lungo l’antico acquedotto. L’importante sistema idrico della città proviene dalla gola del Bottaccione, rifornito dalle vene alla base del monte Foce, le cui acque, attraversato il muro del bottaccione, venivano convogliate nell’acquedotto voluto dal Comune nel 1327. Partendo da un comodo parcheggio sulla strada per Scheggia, si può iniziare questo bel percorso, adatto a tutti (ma tenete i bambini per mano) che permette di raggiungere in circa mezz’ora il centro di Gubbio. Il percorso permette di ammirare anche il bellissimo eremo di Sant’Ambrogio situato sul lato opposto della gola
10) LA CHIESA DI SAN FRANCESCO E IL TEATRO ROMANO
Situata nel punto più basso della città, la chiesa di San Francesco risale alla XIII secolo ma venne completata diversi secoli dopo (ed è infatti una mescolanza di molti stili diversi tra di loro), e si trova nel luogo dove il santo si rifugiò dopo esser scappato dalla casa paterna e aver rifiutato tutte le sue ricchezze. Il Teatro Romano di Iguvium, l’antica Gubbio, risale a qualche decennio a.C. ed è realizzato con blocchi calcarei, due orgini di arcate ed una cavea con i gradini che erano probabilmente ricorperti di legno. In basso, una grande vasca pavimentata permetteva di raccogliere l’acqua piovana.
🙂 CURIOSITÀ
All’esterno della chiesa di san Francesco è visibile una statua che rappresenta San Francesco e un lupo: la leggenda narra che San Francesco arrivò a Gubbio nel momento in cui gli eugubini erano terrorizzati per la presenza di un lupo feroce che li tormentava. Il santo parlò con il lupo e lo convinse a non disturbare più gli abitanti del borgo e a pentirsi dei suoi comportamenti cattivi; in cambio di tale pentimento i cittadini lo avrebbero accolto e nutrito. Per secoli si è creduto che San Francesco avesse ammansito veramente un lupo crudele, ed anche antropofago (mangiatore di uomini), che terrorizzava la popolazione di Gubbio. Più realistica appare invece l’ipotesi, secondo la quale il lupo sarebbe stato un crudele brigante, che terrorizzava gli abitanti di Gubbio, rapinando tutti quelli che entravano o uscivano dalla città o imponendo una forte tassazione sulle merci in arrivo o in partenza, e punendo con ferocia chiunque osava ribellarsi alle sue pretese. Francesco dunque convinse questo brigante a ‘fare pace’ con gli abitanti di Gubbio, ottenendo di essere da loro nutrito in cambio della rinuncia alle sue angherie.