Facciamo finalmente chiarezza: l’antica via Francigena NON è la via di Francesco e NON passa per l’Umbria 🙂 !
Inorriditi dai tanti fraintendimenti ed equivoci sugli itinerari in Umbra, scriviamo questo articolo per togliere ogni dubbio sulla differenza tra la Via Francigena e la Via di Francesco.
L’Umbria è sempre stata terra di passaggio fin dai tempi dei Romani, con due importanti strade: la via Amerina che collegava l’antica città etrusca di Veio nei pressi di Roma ad Amelia (Ameria) da cui aveva preso nome, fino a raggiungere Perugia (Perusia), ma soprattutto la via Flaminia, importantissima via consolare che univa la capitale dell’impero a Fano (Fanum Fortunae) per poi proseguire verso Rimini (Ariminum); un tracciato di collegamento che costituiva sostanzialmente la grande arteria di comunicazione del Nord e dell’Est della penisola. Già dall’epoca romana non mancarono tuttavia le varianti e i diverticoli, che venivano scelti per raggiungere altre località importanti del territorio.
Dal III sec. ad esempio, il primo tracciato della Flaminia (detta Vetus) nato come strada militare, iniziò a risentire di una nuova variante, realizzata soprattutto per fini economici (detta appunto Nova): da Narni (Narnia), invece di transitare per il vecchio ramo che attraversava Carsulae e Bevagna (Mevania), si cominciò a preferire la strada che passava per Terni (Interamna Nahars) e Spoleto (Spoletium), due città importanti e floride, per poi ricongiungersi all’antico tracciato, nella località San Giovanni Profiamma di Foligno (Forum Flaminii). A questa variante Nova se ne aggiunse poi un’altra (detta Meridionale), per Ancona.
Con la fine dell’impero, l’antica viabilità romana subì spesso nefaste conseguenze. Già dall’epoca dei Longobardi, alcuni tratti degli itinerari più importanti insieme ai loro diverticoli, non più sostenuti dalla necessaria manutenzione, finirono in stato di abbandono o nel peggiore dei casi, sparirono del tutto. L’antica via Flaminia, ad esempio, subì questo lento declino almeno fino al XIII secolo, quando con il “nuovo” pellegrinaggio alla tomba di San Francesco, le cose cominciarono a cambiare.
😎 LA VIA FRANCIGENA
Nel lungo periodo medievale Roma con la tomba di San Pietro divenne una delle tre peregrinationes maiores insieme a Gerusalemme (per il Santo Sepocro) e a Santiago di Compostela (per la tomba di san Giacomo Apostolo). L’Italia era percorsa continuamente da pellegrini d’ogni parte d’Europa. Molti si fermavano proprio a Roma, altri scendevano lungo la penisola fino al porto di Brindisi e da lì s’imbarcavano per la Terra Santa. Quelli provenienti dalla terra dei Franchi, in età post carolingia, valicavano le Alpi ed entravano nel territorio Italico, percorrendo gli itinerari conosciuti.
Per vie dei Franchi, si intende appunto questa rete di vie o area di strade che dal Nord Europa si diramavano nel nostro territorio per raggiungere la città di San Pietro. Col tempo si è scelto di identificare la Via Francigena con un preciso itinerario romeo, percorso nel 990 d.C. dall’arcivescovo di Canterbury di nome Sigeric, detto “il Serio”, di ritorno da Roma nella sua città natale. Fu lo stesso religioso a citare e descrivere le 80 tappe del suo viaggio in un diario di straordinario interesse, oggi unico resoconto di un pellegrino anglosassone in nostro possesso. Sigerico non passò per l’Umbria ma la sfiorò; scelse infatti la Toscana, proseguendo dall’antica via Cassia, passando poi per Radicofani, San Quirico, Siena, San Gimignano, Lucca e Pontremoli e proseguendo per le vie del nord.
L’Umbria tuttavia è presente in due importanti itinerari medievali, uno percorso da Albert von Stade, un abate tedesco verso la metà del XIII secolo e descritto nei suoi Annales. L’altro da un monaco inglese benedettino, Matthew Paris nel suo itinerario per la Terra Santa (Iter de Londinium in Terram Sanctam), redatto tra 1235 e il 1259, anche se non sussistono testimonianze relative alla visita del religioso, dei luoghi da lui descritti e quindi dovrebbe essere considerato più come un’opera di valore spirituale e immaginario scritta e rivolta ai monaci della abbazia, che un testo geograficamente valido.
😎 LA VIA DI FRANCESCO
Le testimonianze citate, dimostrano che le vie per l’Umbria, cominciarono ad essere molto più battute dal XIII Secolo. Dalla morte di San Francesco nel 1226 nacque poi un vero e proprio pellegrinaggio per visitare la tomba ad Assisi e i luoghi legati alla sua vita. Le principali arterie dell’Umbria tornarono ad essere strade molto frequentate da viandanti, cavalieri, mercanti e forestieri. Anche i pellegrini diretti a Roma da Nord lungo la Francigena, decidevano spesso di allungare il loro cammino, per fare tappa alla Basilica di San Francesco.
Quella che chiamiamo oggi Via di Francesco e che viene troppo spesso confusa con la Francigena, è comunque un’invenzione dei nostri tempi. Si è cercato di ricostruire un percorso che potesse collegare i siti più importanti legati alla memoria del Santo di Assisi. Il tracciato, che attraversa tutta l’Umbria, parte dal Santuario di La Verna in provincia di Arezzo, famoso per essere il luogo in cui san Francesco d’Assisi avrebbe ricevuto le stigmate il 16 settembre 1224. Proseguendo per Gubbio, Assisi, Foligno, Trevi, Spoleto e Terni, si arriva fino al Santuario di Greccio in provincia di Rieti, dove Francesco rappresentò per la prima volta nella storia del cristianesimo, la nascita di Gesù, istituendo il primo Presepe. La via di Francesco, prosegue poi sempre nel Lazio il suo percorso, arrivando ovviamente fino a Roma.